Dolore cronico: c’è ancora molto da fare

Panorama della Sanità

Dolore cronico: c’e’ ancora molto da fare 11/04/2011
Oltre il 20% della popolazione in Italia soffre di dolore cronico, percentuale che sale fino al 50% quando si tratta di persone sopra i 70 anni. Ad esserne colpito è soprattutto il sesso femminile. Il 61% dei pazienti con dolore cronico subisce una riduzione della capacità lavorativa, il 50% soffre di depressione reattiva e i disturbi ansiosi sono presenti nel 40% dei casi. Spesso si è anche costretti ad abbandonare il posto di lavoro (16% ). Sono questi alcuni dati diffusi recentemente in occasione del Congresso “Malattia Dolore: Cura, Modello e Rete Territoriale” patrocinato dalla Onlus Nopain, Associazione Italiana per la cura della Malattia Dolore e svoltosi a Milano presso l’Ao Niguarda Cà Granda. Tanti i temi affrontati a un anno dall’approvazione della legge n. 38 che ha
sancito il diritto alla cura del dolore in tutte le sue forme e in tutte le persone.

La legge 38 ha costituito una svolta epocale, introducendo una netta distinzione tra terapia del dolore e cure palliative e ribadendo la centralità del paziente nel percorso delle cure. «Anche se qualcosa si sta muovendo» ha dichiarato Paolo Notaro, Responsabile Struttura Terapia del Dolore del Niguarda e Presidente di Nopain Onlus, nonché Responsabile Scientifico del Congresso «molto resta da fare per implementare e applicare i principi della nuova legge». La formazione degli operatori sanitari sembra ancora carente in quanto mancano percorsi formativi universitari adeguati.

Non è stato definito il ruolo delle diverse competenze specialistiche in modelli multidisciplinari e mancano percorsi diagnostico-terapeutici condivisi tra professionisti. Vi è scarsa valorizzazione della scienza algologica e delle strutture organizzative dedicate alla cura della persona con sindrome dolorosa difficile. «Attualmente in Italia» ha proseguito Notaro «esiste una struttura di terapia del dolore di livello avanzato per ogni milione di abitanti rispetto a 1/300.000 della Scozia e i medici completamente dedicati alla cura del dolore sono solo 4,9 per ogni